Reati in Ambito Familiare

Reati in Ambito Familiare

Negli ultimissimi decenni la crescente conflittualità familiare produce un numero sempre maggiore di reati: maltrattamenti (art.572 c.p.), lesioni personali (art.582 c.p.), minacce (art.612 c.p.), stalking (art.612 bis c.p.), quando non anche reati a sfondo sessuale (artt.609 bis e segg c.p.) sono purtroppo le fattispecie più comuni oggetto di imputazioni sia per fatti realmente quanto tragicamente avvenuti che per denunce false e strumentali alla ricerca di assetti e di regolamentazione giurisdizionale per la coppia in crisi.

La tempestività nell’acquisizione degli elementi di prova, sia nei casi di imputazione a carico che in quelli nei quali si è vittime dei comportamenti altrui, è seconda per importanza solo al primario aspetto circa la piena comprensione della sempre articolata realtà familiare in cui si colloca il reato o supposto tale.

Descrivere con accuratezza la situazione complessiva ed il rapporto tra le parti in cui è maturato il reato consente infatti al Difensore di lungo corso di comprendere se e quali siano le maggiori criticità per la posizione dell’Assistito, e di far emergere anche eventuali elementi a discarico della cui esistenza spesso il protagonista non è pienamente consapevole: il tutto crea le premesse per il raggiungimento del fine prioritario dell’attività difensiva, rappresentato dalla ricerca e dal concreto traguardo del miglior risultato rispetto alla specifica situazione processuale o preprocessuale.

Finalità ancor più rilevante stante la consistenza delle gravi pene previste per tale genere di reati, che in questi ultimi anni per assurgere spesso agli onori delle cronache nazionali risultano di conseguenza particolarmente odiosi anche per la sensibilità di Giudici e Pubblici Ministeri.

Ancor prima l’attività del Difensore può risultare particolarmente utile nel caso di situazioni più o meno gravi di reati subiti dalla vittima, considerata l’ampia gamma di provvedimenti cautelari a disposizione della Procura anche su istanza di parte per scongiurare la potenziale ingravescenza delle frequenti situazioni di rischio.

Dal 2019 tali reati sono stati inseriti nel cd. “Codice Rosso”, che oltre ad inasprire alcune delle relative pene, ha regolato con specifiche previsioni sia l’acquisizione della notizia di reato (denuncia da parte della vittima) che i tempi di assegnazione al Pubblico Ministero (il rappresentante dell’Accusa) che si occuperò del caso, così come i termini per la presentazione della querela per lo stalking e la modifica dei provvedimenti cautelari.